Raffrescamento capannoni industriali e qualità dell’aria

Raffrescamento capannoni industriali e qualità dell’aria

Come migliorare il comfort negli ambienti produttivi intervenendo sull’aria e sulla temperatura ambiente

Un ambiente di lavoro, o più in generale un qualunque spazio di lavoro, ha la necessità di offrire un microclima non solo accettabile e tollerabile, ma dil più possibile confortevole.
Fabbriche, edifici industriali, officine, laboratori e stabilimenti produttivi richiedono uno sforzo maggiore per mantenere un ambiente climaticamente salubre dal momento che questo influisce sulla salute dei lavoratori ma anche su quella delle macchine.
Se per l’uomo è questione di produttività, come ampiamente dimostrato dagli studi scientifici — basti pensare che si è scomodata la NASA stessa, l’Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche statunitense, per studiare la correlazione tra aumento della temperatura e produttività — è vero anche che per i dispositivi elettrici o elettronici e le macchine, le alte temperature sono un vero e proprio nemico.
I capannoni industriali hanno evidentemente caratteristiche architettoniche ben diverse dagli uffici o da altri spazi di lavoro che assomigliano di più ad unità abitative, i capannoni sono spazi di grandi dimensioni, anche in altezza, che generano perciò cubature imponenti.
È chiaro che la gestione del microclima di questi ambienti non possa avvalersi delle medesime soluzioni con le quali si interviene in spazi ben più piccoli e strutturalmente molto diversi.
Per agire sul controllo della temperatura e, con la bella stagione, per abbassare la temperatura in modo efficace all’interno dei capannoni industriali, la soluzione più efficiente è quella di un impianto di raffrescamento adiabatico.
Ma la qualità di un ambiente di lavoro, il microclima, non è dato solo dal fattore termico ma dalla combinazione di altre variabili come l’umidità dell’aria e la qualità dell’aria stessa.
Un ambiente produttivo di grandi dimensioni non è certo esente dall’esigenza di favorire il ricircolo dell’aria, anzi, se possibile in questi spazi è ancora più importante.
Per queste ragioni i sistemi di raffrescamento industriale evaporativo sono la scelta più valida per quanto riguarda la resa e si dimostrano anche l’opzione più sostenibile dal punto di vista del contenimento dei consumi e quindi la soluzione più economica.

La qualità dell’aria si misura: quali sono i gas responsabili dell’inquinamento dell’aria

L’abitudine a considerare l’inquinamento un problema che riguarda l’aria delle città, quindi solo quella esterna alle abitazioni e agli spazi chiusi, non rende appieno l’idea della complessità della situazione.
Gli ambienti in cui abitiamo, lavoriamo e viviamo sono inseriti in contesti urbani e con questi condividono le caratteristiche atmosferiche: pressione, umidità, temperature e venti. Quello che siamo abituati a fare è controllare, almeno in parte, questi fattori all’interno di spazi indoor: è normale usare il riscaldamento per scaldare gli ambienti quando fuori fa troppo freddo e rinfrescarli quando le temperature esterne sono troppo alte.
Quello con cui però facciamo poco i conti è la qualità dell’aria all’interno degli ambienti chiusi. Sappiamo bene che offrire un ricircolo d’aria è una condizione necessaria per rendere confortevole uno spazio, ce ne rendiamo conto senza apparecchiature scientifiche, quando un locale è rimasto chiuso a lungo ne riconosciamo immediatamente l’odore.
Ciò che troppo spesso non consideriamo, però, sono gli agenti inquinanti che sono responsabili della contaminazione dell’aria negli ambienti chiusi: biossido di zolfo, monossido di carbonio e ossido di azoto, solo per fare qualche esempio.
I primi due, biossido di zolfo e monossido di carbonio sono per lo più legati alla combustione: non dobbiamo però immaginare che siano vincolati all’uso di impianti di riscaldamento a gas, a legna o pellet. Negli ambienti industriali, infatti, possono avvenire processi di combustione anche all’interno della filiera di produzione.
Per quanto riguarda l’ossido di azoto (e non il biossido di azoto, agente inquinante ben più pericoloso per l’uomo prodotto sempre da riscaldamento e fumi in cucina) va detto che questo è uno dei gas più comuni rilasciati dagli impianti di raffrescamento tradizionali: i condizionatori, per intenderci.
I sistemi di condizionamento che abbassano la temperatura dell’aria grazie all’uso di liquidi o gas refrigeranti, durante il lavoro emettono anche anidride solforosa, anidride carbonica e ossido di azoto.
Come fare quindi ad assicurare, anche nei capannoni industriali e nei grandi ambienti una qualità dell’aria che sia garanzia di salubrità?
La risposta è semplice, favorendo il ricircolo dell’aria e sostituendo gli impianti di climatizzazione tradizionale con sistemi di raffreddamento industriale adiabatico, che non producono alcun tipo di gas tossico per l’uomo o inquinante per l’aria.

I raffrescatori adiabatici: la soluzione per abbassare la temperatura e favorire il ricircolo dell’aria

Sono proprio i raffrescatori evaporativi l’alternativa che permette il raffrescamento degli impianti industriali beneficiando di un elevato comfort climatico anche a livello di qualità dell’aria.
Un sistema adiabatico arriva a raffrescare un capannone prelevando l’aria calda dall’esterno e abbassandone la temperatura senza l’uso di gas refrigeranti, sfruttando invece un processo naturale. Al passaggio attraverso appositi pannelli irrorati di acqua, chiamati pannelli evaporativi perché sono il luogo in cui avviene l’evaporazione, l’aria calda si raffredda cedendo energia termica all’acqua.
Il raffrescamento evaporativo immette all’interno degli spazi in cui è installato aria fresca continuamente nuova, spinta da appositi sistemi di ventilazione dove è necessario. In questo modo il riciclo dell’aria è continuo e l’aria risulta anche purificata perché filtrata dal passaggio all’interno del sistema.
Non solo la scelta del raffrescamento industriale adiabatico quindi non contribuisce all’inquinamento atmosferico perché non emette sostanze gassose inquinanti, ma risulta anche perfetta per tutte le situazioni per le quali è richiesto ad uno spazio produttivo di avere continuo accesso verso l’esterno.
Il fatto che ci siano varchi aperti non compromette l’efficacia del sistema di raffrescamento, che continua ad abbassare la temperatura immettendo aria fresca, purificata e filtrata, essendo in sostanza la migliore soluzione di condizionamento a porte e finestre aperte.
Misurare la temperatura non è sufficiente per determinare il comfort climatico di uno spazio lavorativo, ma la composizione e la qualità dell’aria sono un altro elemento determinante per rendere un ambiente salubre.
Un raffrescatore industriale che riduce la temperatura aumentando la qualità dell’aria è la soluzione di climatizzazione più sostenibile ed efficace che si possa installare in capannoni industriali, depositi e magazzini di medie o grandi dimensioni senza incidere esageratamente sui costi.
Un impianto adiabatico infatti consuma molta meno energia elettrica rispetto ad un sistema di raffrescamento tradizionale e ottiene risultati migliori, sia guardando la differenza di temperatura ottenuta rispetto all’esterno, sia considerando il ricircolo dell’aria e la qualità dell’aria stessa, tutto questo salvaguardando l’ambiente, come richiesto alle aziende dal Piano per la transizione energetica.

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